I retini per la stampa e l’effetto Moiré

I retini per la stampa e l’effetto Moiré

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A differenza di altre tecniche come la pittura, nella stampa i colori non si mescolano fisicamente. 

Per comprendere chiaramente questo concetto basti pensare ad alcune immagini presenti all’interno dei quotidiani: osservandole attentamente si può notare come l’immagine stessa è spesso composta da punti di colore che si sovrappongono parzialmente, variando in base all’intensità della tonalità da riprodurre.

Questa tecnica viene detta retinatura. Vediamo nel dettaglio cos’è e quali effetti può causare.

I retini per la stampa

Tra il 1882 e il 1889 Georg Meisenbach, incisore, grafico e imprenditore tedesco, studiò un metodo che consentisse di scomporre le immagini in un retino per poi trasferirle successivamente su lastre di zinco, riuscendo in questo modo a sopperire all’impossibilità dei colori di mescolarsi realmente all’interno di una stampante.

La retinatura è la tecnica che consente di scomporre un’immagine in puntini microscopici per poi successivamente ricomporla come figura percepita dall’occhio umano ben visibile e definita.

La retinatura permette, infatti, di restituire visivamente le differenti variazioni chiaroscurali: la stampante, per poter rendere le sfumature, necessità di scomporre l’immagine sotto forma di punti che possono variare per distribuzione e dimensione.

centro stampa retinatura effetto moiré cmyk

Le differenti tipologie di retini per la stampa

In un centro stampa esistono differenti tipologie di retini da poter scegliere in base alla tipologia e alla carta che si vuole utilizzare.

  • Il retino monocolore tradizionale: i punti sono sempre alla stessa distanza mentre cambia la dimensione del punto. Se il punto è più ampio, la tinta sarà molto più marcata. Viceversa, quando diminuisce la sua ampiezza, il colore sarà più tenue. L’occhio umano, tuttavia, non percepirà in maniera chiara questa variazione, ma vedrà semplicemente una sfumatura della stessa.
  • Il retino stocastico si basa sulla distribuzione casuale dei punti. Nella retinatura stocastica non cambia l’ampiezza dei punti, come nel caso del retino tradizionale, bensì la frequenza nello spazio: dove i punti saranno più frequenti, si assisterà a una tinta più marcata mentre al contrario dove saranno più radi, si vedranno delle sfumature di bianco.

Il retino stocastico nasce negli anni settanta ma non ha avuto immediato successo, questo per alcune difficoltà: se si utilizzano retini di grandi dimensioni la stampa può apparire granulosa e meno definita, inoltre lo schiacciamento dei punti è molto più difficile da gestire. Questa tipologia di retinatura, tuttavia, annulla completamente l’effetto Moiré nelle sovrapposizioni dei colori. 

Effetto moiré: cos’è e come porne rimedio

Un centro stampa, solitamente, utilizza quattro colori specifici (CMYK: Cyan, Magenta, Yellow, BlacK). Le tinture non vengono miscelate ma stampate una accanto all’altra. I retini regolano l’ampiezza o la loro densità.

L’occhio umano osserva l’immagine come continua seppur composta da puntini. Tuttavia se la sovrapposizione non avviene in modo corretto si corre il rischio di creare l’effetto Moiré.

centro stampa retinatura effetto moiré

Con il termine Moiré si indica uno specifico effetto ottico che può accadere quando un retino non è angolato in modo corretto rispetto agli altri: si verifica spesso durante la stampa di trame o pattern che danno un risultato “non a registro”, cioè ondulato anziché uniforme.

Il rimedio per risolvere questo problema consiste nel ruotare i 4 retini dei 4 colori ad angolazioni diverse, oppure nell’impiegare frequenze tra loro compatibili, che non vadano in risonanza. Ma non è così semplice perché non esiste una formula matematica certa che elimini questo effetto ottico.

Gli esperti del campo della stampa hanno fatto diversi tentativi ed esistono alcune formule che dovrebbero funzionare come l’inclinazione di tutti i retini a 61° oppure stabilire un rapporto di 4,5 tra la lineatura del tessuto e quella del retini

Con questi 2 metodi, però, esistono degli inconvenienti perché, stabilendo il rapporto a 4,5, la lineatura derivata è bassa e di conseguenza le stampe risultano a bassa risoluzione. Con l’inclinazione di tutti i retini a 61°, invece, i colori primari non sono sempre miscelati correttamente e si possono verificare degli spostamenti che causano un risultato cromatico imperfetto.

Alcuni centri stampa, invece, per ovviare al problema dell’effetto Moiré, utilizzano il metodo stocastico. Puntano cioè alla distribuzione casuale dei punti effettuando varie prove di stampa, finché non si raggiunge un risultato soddisfacente.

L’importanza di un centro stampa professionale e di qualità

Alla luce delle complessità riportate, per ottenere un’ottima stampa è importante rivolgersi a un centro stampa specializzato, capace di sopperire alle differenti problematiche che possono nascere. 

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